«La pace e la libertà non potranno essere veramente assicurate altro che nei limiti in cui si riuscirà ad estendere l’organizzazione federale. La nostra ultima meta deve quindi essere la federazione di tutti i popoli della terra. Ma una tale meta è ancora molto lontana. […] Per ora ci dobbiamo contentare di avviarci verso di essa, formando un primo nucleo federale, e ponendo le condizioni che rendano possibile il suo ulteriore sviluppo». Così Ernesto Rossi scrive nel saggio Gli Stati Uniti d’Europa – poi tradotto in francese col titolo L’Europe de demain – che pubblicò mentre era rifugiato in Svizzera nel 1944. Nella sua esemplare chiarezza, è un testo ancora attuale in cui ritroviamo le ragioni del nostro essere cittadini europei e le radici del progetto per l’unità federale dell’Europa, tuttora incompiuto, insieme allo sprone ad agire prima che sia troppo tardi. Nel presente volume, che si apre con una corposa introduzione storico-critica di Antonella Braga, al testo del 1944 si affiancano un saggio coevo di Rossi (La nazione nel mondo) e altri scritti che documentano l’evoluzione del suo pensiero federalista.