L’abitazione della famiglia Salvemini in piazza Cairoli a Messina, distrutta dal terremoto del 1908 in cui perirono la moglie, i cinque figli e una sorella di Salvemini. In una testimonianza resa al quotidiano socialista “Avanti” circa un anno dopo, l’8 gennaio 1909, descrive così i terribili momenti del terremoto che provocò la morte dei suoi cari: -Ero in letto allorquando sentii che tutto barcollava intorno a me e un rumore sinistro che giungeva dal di fuori. In camicia, come ero, balzai dal letto e con uno slancio fui alla finestra per vedere cosa accadeva. Feci appena in tempo a spalancarla che la casa precipitò come in un vortice, si inabissò, e tutto disparve in un nebbione denso, traversato da rumori come di valanga e da urla di gente che precipitando moriva. Tutto disparve tranne il muro maestro ove si trovava la finestra alla cui tenda m’ero avvinghiato con la frenesia della disperazione. Sotto di me – si deve pensare che ero al quarto piano – le macerie avevano fatto un cumulo tale che il mio urto fu meno forte di quanto potevo aspettarmi. Mi feci male ma non mi uccisi.-
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