Ritratto di Salvemini disegnato da Cirus Leroy Baldridge, 1927 Dopo una breve permanenza in Francia, Salvemini si trasferì a Londra, dove iniziò l’ attività di conferenziere e di pubblicista antifascista. Per ritorsione alla sua scelta di espatriare e di continuare la sua opposizione al fascismo, Mussolini fece approvare il regio decreto del 30 settembre 1926, in cui venne inflitta a Salvemini la perdita della cittadinanza italiana e la confisca dei beni. Negli anni dal 1926 al 1934 spostandosi fra Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti non perse occasione per attaccare il regime con tutti i mezzi a disposizione: con le parole, con gli scritti e con l’azione cospirativa. Per contrastare la propaganda fascista nei paesi anglosassoni diede alle stampe nel 1927 una delle sue opere più famose: The Fascist Dictatorship in Italy, rieditato l’anno successivo in Inghilterra in versione accresciuta. -Non facevo l’ “esule” … Ho sempre preferito dirmi “fuoriuscito” … Non detti tregua. Mi serviva da pungolo il pensiero di quelli che in Italia facevano vita ben più pericolosa della mia. Ogni minuto che sottraevo al mio compito di secondarli meglio che potevo mi sarebbe parso indegno di perdono.- [Da: Salvemini una vita per la libertà. Testimonianze e documenti. Roma, Movimento Salvemini, 1971, p. 70]
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